Colf e Badanti potrebbero rappresentare un vero e proprio salasso per le famiglie italiane.

Stando alla proposta contenuta nel documento unitario di Cgil, Cisl e Uil, che punta a rendere più corpose le pensioni dei lavoratori domestici, i versamenti contributivi dovranno diventare pieni anche oltre le prime 24 ore settimanali lavorate e dovranno essere rapportati alle retribuzioni corrisposte effettivamente, se superiori a quelle convenzionali.

I sindacati chiedono, con il documento, una vera e propria revisione dell’attuale sistema di contribuzione per chi svolge lavoro domestico. Una misura, che se approvata, rischia di trasformarsi in un vero salasso per le famiglie italiane che usufruiscono di servizi assistenziali privati.

Chiaro il No dell’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, che come avverte lo stesso vicepresidente Zini, il pericolo è quello di “far ricadere un’eventuale revisione al rialzo del sistema di contribuzione sulle spalle delle famiglie, che non non potendo contare su agevolazioni fiscali, già si fanno interamente carico dei costi di colf, baby sitter e badanti”.

Ad oggi, difatti, “le famiglie possono contare solo su parziali deduzioni e detrazioni rispetto alle ingenti spese sostenute per pagare stipendi e contributi dei propri domestici”, come spiega il Vicepresidente, che si dichiara contrario alla richiesta se prima non si trovano misure di deduzione del costo del lavoro domestico.

Le misure di detrazione attualmente in corso non sono sufficienti. I contributi obbligatori versati possono essere dedotti dal proprio reddito per un importo massimo di 1.549,36 euro all’anno, che diventano 2.100 euro per gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti.


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